venerdì 5 dicembre 2014

giovedì 26 dicembre 2013

Donne della Resistenza siriana Storie di ordinario coraggio e impegno per la libertà

Incontro con Nibras Breigheche

Co-fondatrice dell'Associazione Insieme per la Siria Libera membro del direttivo dell'Associazione Donne Musulmane d'Italia e dell'Associazione Islamica Italiana degli Imam e delle Guide Religiose

3 Ottobre 2013 - Alte Ceccato, Montecchio Maggiore (VI)

 (da sinistra: Miria Nicoletti-Presidente La Clessidra; Nibras Breigheche)


 (Nibras Breigheche)


domenica 16 settembre 2012

Notte Rosa

Perchè la Notte Rosa?

La Clessidra ha partecipato all'organizzazione delle tre serate (13-14-15 settembre 2012) intitolate "Notte Rosa", voluta e promossa dall'Associazione Culturale La Mesa di Montecchio Maggiore (VI).

Perchè la "Notte Rosa"? La Clessidra, assieme alle altre Associazione coinvolte, ha preso parte alla manifestaizone - curando in particolare alcuni momenti - poichè ritiene che temi come la pace, l’integrazione, la denuncia di discriminazioni, sfruttamento  e violenze, i mancati riconoscimenti di merito, la violazione dei diritti siano temi di interesse comune, che toccano ed entrano – pur in misura diversa - nelle vite di uomini e donne. Per questo richiedono un’azione congiunta, a prescindere da ogni distinzione di sesso e genere, soprattutto in qs fase storica caratterizzata da una crisi diffusa e persistente, in cui i tradizionali sistemi sociali, i modelli di sviluppo economico che li hanno caratterizzati, assieme alla cultura di cui sono espressione, si sono rivelati fallimentari e pertanto da reinventare e riscrivere assolutamente.
Riteniamo che le donne siano ancora fortemente discriminate e spesso siano oggetto di violenza proprio in quanto donne, indipendentemente dalla loro appartenenza sociale.
Cosa potrebbe essere utile dire e fare per arginare questi fenomeni ?
Pensiamo che serva innanzitutto risvegliare e tener desta in noi donne la consapevolezza e il riconoscimento di una diffusa condizione di sofferenza e di frequente disistima che, ancor più nei casi di violenza e abuso, mantiene le donne in un silenzio fatto di paura, angoscia, vergogna; nel mondo del lavoro si registrano episodi di analoga, seppur diversa, “violenza”: pensiamo alle firme sulle lettere di licenziamento in bianco, alle dichiarazioni di rinuncia ad avere figli per periodi più o meno lunghi, ai vari vincoli posti alla carriera delle donne. Nel caso in cui riescano ad avere successo viene maliziosamente insinuato il dubbio della “tresca con qualcuno”, del ricorso a varie “armi di seduzione”, oppure subentra aprioristicamente l’accusa di “carrierismo”, del non essere brave mamme o mogli …
… e tutto ciò semplicemente perché vogliono lavorare e magari lo fanno con passione (dovremmo forse ricominciare a considerare che il lavoro è un diritto sancito dalla Costituzione ?). Quando proseguono con gli studi spesso devono fare una scelta netta e dilaniante perché, ad oggi, non c’è professione che consenta a una giovane donna lavoratrice anche il lusso di metter su famiglia (del resto, dati alla mano, sono gli uomini i più pagati, quindi a che pro?). Per non parlare delle varie forme di violenza espresse nell’uso dei corpi femminili come merce di scambio insieme a mazzette e voti.
Con la NOTTE ROSA noi vorremmo offrire e creare assieme uno spazio di pensiero e riflessione su questi temi, senza tuttavia tralasciare il divertimento: IN SINTESI vorremmo che la NOTTE ROSA diventasse UNO SPAZIO PER ILLUMINARE LE RELAZIONI, all’interno del quale le donne abbiano la possibilità di riconoscersi, ricevere e dare forza in virtù della  propria differenza. Vorremmo anche che gli uomini partecipassero all’evento cogliendone lo spunto per creare nuove relazioni – a partire dalla propria quotidianità, dal proprio privato – contribuendo così al superamento di una manchevole gestione del potere politico-culturale. Pensiamo che anche per gli uomini sia giunto il tempo di indignarsi “a gran voce” per le varie violenze subite dalle donne e che non sia più ammissibile un loro defilarsi con un “io non c’entro”.
Non crediamo ci siano scappatoie … per nessuno.  Pensiamo che questa sia la direzione da seguire o che diversamente, ancora una volta, le regole sarebbero scritte dai soliti “altri”. Ma noi il ns mondo lo vogliamo cambiare ora, da protagonisti!

In particolare La Clessidra ha curato l'organizzazione di due eventi, nell'ambito della Notte Rosa:
14 settembre 2012 - Spettacolo teatrale "Sexmachine" di e con Giuliana Musso
Presso Teatro S.Antonio di Montecchio Maggiore (VI)
“Le prostitute si possono chiamare in molti modi: meretrici, fallofore, puttane, cocottes, passeggiatrici, belle di notte, lucciole, troie, sex-workers, donnacce, donne facili, donnine leggere... I clienti si chiamano clienti.”
Spettacolo dedicato a un tema controverso e sempre alle soglie di una deflagrante attualità in Italia, quello della prostituzione: la prostituzione vista con gli occhi disincantati ma non del tutto immuni delle lucciole, e soprattutto dal punto di vista più torbido e ambiguo del cliente, del frequentatore a pagamento che costituisce il soggetto principale di questo vasto mercato.

15 settembre 2012 - Proiezione della mostra "Nata femmina (?). Stereotipi, condizionamenti e stereotipi di genere" Presentazione di Cinzia Burtini. Fotografie di: Raffaella Bolla, Cinzia Burtini, Meri Cecchetto, Tiziana Zovi (del circolo Fotoricerca di Valdagno VI)
presso Castello di Romeo, Montecchio Maggiore (VI)

Le autrici, attraverso la ricerca fotografica, danno la propria interpretazione e il proprio contributo all'approfondimento di forme di violenza meno appariscenti, più subdole, quali gli stereotipi di genere che la nostra società impone con vari mezzi alla donna di tutte le età. Le foto sono corredate da scritti di autori e autrici autorevoli che si sono occupati dell'argomento.





domenica 11 settembre 2011

Giro della Padania...

... MA DI COSA STIAMO PARLANDO ?
Viviamo in un mondo, il nostro mondo, Montecchio Maggiore, dove molte persone pensano che una corsa ciclistica che attraversa varie regioni del Nord Italia possa essere l’occasione per ritrovare o riconfermare un’identità collettiva legata semplicemente ad un territorio geografico segnato da confini (quali? Un friulano è straniero o padano?). Questi confini geografici diventano invece confini mentali e portano all’esclusione e al conflitto.
Bene. Siamo tutti soddisfatti. Abbiamo identificato un territorio e gli abbiamo dato un nome che non esiste per nessuno (se non per le lezioni di geografia quando si parla di Pianura Padana). Come donne, riteniamo invece che l’identità nasca dalla possibilità di creare relazioni e considerare il territorio come bene comune. Definire l’evento sportivo “padano” rafforza la nostra identità e ci aiuta ad affrontare meglio la difficile situazione economico-sociale?
Perché non chiediamo ai vari più o meno famosi imprenditori veneti che cosa è per loro la “padania”? Non hanno forse loro imparato tutte le lingue del mondo, affrontato tutte le leggi del mondo per poter andare a fare profitto da altre parti e fregarsene altamente della “padania”? Sempre parlando in dialetto tra loro magari, ma questo hanno fatto.
Vediamo i vari telegiornali e siamo costantemente informati di tutte le guerre che vi sono in giro per il mondo (anche vicino a noi ) e ci sentiamo impotenti da una parte e contenti dall’altra perché a noi non tocca. Però poi sentiamo che queste guerre sono solo preparazioni ad altre guerre , quelle sì che ci toccano, quelle che hanno a che fare con i soldi, tanti soldi, tutti i soldi. Queste guerre sono quelle che mettono in bilico il nostro posto di lavoro o addirittura ce lo cancellano, quelle che allontanano sempre di più il futuro dai nostri ragazzi , quelle che tolgono valore a chi ha voglia di imparare, di impegnarsi ed essere riconosciuto per il proprio impegno. Nel mentre, i nostri politici (con la complicità di chi ci dice che basta parlare dialetto e siamo tutti contenti) non sanno nemmeno da dove cominciare e i famosi “costi della politica” non hanno nessuna intenzione di abolirli, semmai dal 2013, tanto ci saranno degli altri e quindi meglio prendere il più che si può adesso…..
E allora? Perché si ha bisogno di segnare una appartenenza politica (perché di questo si tratta) su una corsa ciclistica? Per attirare consenso sulla base di cosa? Siamo tutti “padani” e una volta che ci siamo detti che siamo “padani” si sta meglio? O bisogna nascondere il fatto che il tanto acclamato federalismo in realtà sarà solo una nuova serie di tasse che, guarda caso, sarà proprio il Comune a chiederci? Oppure non ci saranno tasse ma non ci saranno neanche più servizi?
Lo vogliamo dire in dialetto, in italiano, in tutte le lingue del mondo che l’identità “padana” non ci interessa visto che si tratta di ricerca di identità chiusa su se stessa, identità che non ammette la relazione ed il confronto ma il “solo noi”. E questo “solo noi” non è fuori luogo solo per una questione etica o di rispetto delle istituzioni. E’ fuori luogo perché non ci aiuta, non dà possibilità alla nostra collettività, a noi, di avere degli strumenti che ci consentano di affrontare il mondo che ci guarda tutti i giorni. Un mondo che è destinato a perdersi se il pensiero che lo nutre parte da linguaggi e gestualità fortemente aggressivi che separano invece di fare incontrare.
E allora a noi, donne e uomini del Veneto, che non riusciamo ad alzare la testa e vedere quanto potere stanno accumulando tutti i vari sostenitori della “padania” non alzando un dito contro chi ci sta togliendo pian piano il nostro futuro, ci viene proposta il “giro della padania” e che la festa cominci (festa “padana” ma con i soldi dell’Italia tutta)!!









sabato 10 settembre 2011

Giornata mondiale contro la violenza sulle donne

Nell'ambito degli eventi organizzati a Vicenza e provincia per la Giornata mondiale contro la violenza sulle donne (27 Novembre 2011)  la Clessidra si è fatta promotrice di una serata di riflessione sul tema proiettando il film "Racconti di Stoccolma", presso il Circolo Culturale E20 Underground / Mesa (25 Novembre 2011) ad Alte di Montecchio Maggiore. Il film, ispirato a eventi realmente accaduti, ha vinto il Premio Amnesty International al 57° Festival di Berlino.



Campagna V-Day 2011

Anche la Clessidra ha partecipato alla Campagna V-Day 2011, contribuendo all'allestimento dei "Monologhi della Vagina" di Eve Ensler, con la regia di Ketti Grunchi.



Vincitori nel 1997 dell’Obie Award, I Monologhi della Vagina nascono dalle interviste dell’autrice Eve Ensler a più di 200 donne. Furono messi in scena per la prima volta dalla stessa Ensler, e si immergono nel mistero e nello humor, nel dolore e nel potere, nella saggezza, nell’indignazione e nell’eccitazione delle esperienze di queste donne.
Eve Ensler ha portato questo spettacolo con grande successo in tutto il mondo, da Zagabria a Santa Barbara, da Londra a Seattle, da Gerusalemme a Oklaoma City.
Il V-Day è un movimento mondiale che lotta per fermare la violenza contro donne e ragazze. Promuove eventi artistici per incrementare consapevolezza, raccogliere fondi e rivitalizzare lo spirito delle organizzazioni anti-violenza già esistenti sul territorio (www.vday.org).